
La Storia
Residenza storica dal 1894
È percorrendo una delle vie più antiche e centrali del paese che si giunge a Palazzo Cherchi, antica dimora signorile appartenente a Giovanni Cherchi e alla sua famiglia.
Giovanni Cherchi nacque in un caldo mercoledì di giugno del 1837. Secondogenito di tre figli, fin dalla tenera età mostrò una particolare predisposizione ad apprendere con stupefacente facilità tutto ciò che riguardava calcoli e numeri.
Frequentò la scuola elementare, imparò a leggere e a scrivere ma soprattutto amò trascorrere interi pomeriggi presso le case di facoltosi proprietari terrieri, coadiuvandoli nell’esecuzione di calcoli e conti necessari per la vendita di pellami, formaggi, vino e qualsiasi altro prodotto da loro commercializzato.
L’infanzia spensierata di Giovanni terminò presto, poichè a soli nove anni restò orfano di entrambi i genitori. Posto sotto la custodia di un Tutore, appena adolescente, deciso e ambizioso, scelse di non farsi abbattere dalle circostanze e di darsi da fare per costruire la posizione economica e sociale che aveva sempre desiderato.
Avviò una fiorente attività nel campo del commercio del cosiddetto “carbone di legna” considerato all’epoca “l’oro nero”, che lo portò nel corso degli anni a compiere numerosi viaggi per l’interno continente approfondendo intensi e proficui rapporti commerciali con imprenditori livornesi e genovesi.
Non solo, investì costantemente gli introiti derivanti dalla suddetta attività nell’acquisto di numerose proprietà terriere site nei dintorni del suo amato paese natio, Dorgali.
L’amore per la politica e per la sua terra lo portò nel 1860 a ricoprire per ben trent’anni la carica di consigliere comunale prima e di assessore comunale poi.
Nel 1864 Giovanni incontrò Caterina Musio, se ne innamorò perdutamente e decise di sposarla. Dall’unione nacquero otto figli.
È per la sua famiglia che Giovanni decise di costruire un Palazzo dotato di ogni lusso e comfort, per dare loro quello che a lui era sempre mancato.
Affidò l’incarico della sua progettazione ad un famoso architetto livornese, fornendogli precise istruzioni in merito all’architettura dello stesso: desiderava riprodurre fedelmente lo stile di una dimora visitata qualche anno prima nel pressi di Livorno, da cui rimase particolarmente colpito.
I figli di Giovanni presero ben presto l’esempio del padre, dedicandosi agli studi e alla cura del numerosi possedimenti terrieri, Federico in particolare divenne un medico apprezzato nonchè poeta in lingua sarda noto con lo pseudonimo di Saveri Ruvu, le cui poesie verranno pubblicate solo nel 1968 ad opera del figlio dello stesso, con il titolo “Cantos de S’alasi”.
Giovanni trascorse la sua vecchiaia nel suo amato Palazzo circondato dall’amore dei suoi cari e fiero di aver vissuto una vita come sempre l’aveva desiderata.
Vivere un’esperienza a Palazzo Cherchi non è un semplice soggiorno, ma è entrare a far parte della storia, di una storia in particolare, quella di Giovanni Cherchi.
Palazzo Cherchi è nato dall’impegno, dalla determinazione e dalla fatica di Giovanni, da suo non voler arrendersi a un destino già scritto, dal suo voler costruire qualcosa che lo rappresentasse anche dopo la sua morte.